La sindrome dell’intestino corto è una condizione morbosa, che si caratterizza per l’assenza di un tratto di piccolo intestino(o intestino tenue) e la conseguente incapacità, da parte della persona affetta, di assorbire i nutrienti ingeriti col cibo.
È necessario, infatti, ricordare che il piccolo intestino è fondamentale per l’ assorbimento dei nutrienti, durante il processo digestivo.
Ma per quale motivo può mancare un tratto di piccolo intestino?
Le cause sono almeno due.
- La ragione più comune è legata all'asportazione chirurgica di un lungo segmento di intestino tenue; asportazione che può rendersi necessaria quando un individuo è affetto da: morbo di Crohn, cancro dell’intestino, lesioni intestinali, enterocolite necrotizzante, obesità grave per la quale occorre un’operazione chirurgica o volvolo intestinale.
- La seconda ragione, meno comune della precedente, è collegata ad un difetto congenito o acquisito, per colpa del quale l’intestino tenue è più corto del normale o mal funzionante.
La terapia prevede una dieta su misura, contenente tutti i nutrienti fondamentali, e nei casi estremi la nutrizione parenterale.
Prima di parlare di alimentazione è bene fare il punto sulla lunghezza: se si ha un residuo di almeno 60 cm è possibile iniziare con diete a formula per poi passare ad un regime alimentare leggero. Bisogna assolutamente evitare cibi ricchi di acido ossalico (come gli spinaci, le barbabietole rosse, la bieta e il cacao), inoltre i carboidrati complessi sono da preferirsi agli zuccheri semplici.
Se invece abbiamo avuto anche la resezione dell’ileo terminale, sarà probabilmente necessario un apporto parenterale adeguato di vitamina B12. Bisogna verificare poi la presenza nel corpo di valori adeguati dei minerali calcio, magnesio e zinco e vitamine liposolubili. Potrebbe inoltre essere necessaria un’iniezione mensile di B12. Si tratta di una sindrome complessa, soprattutto a seguito di un intervento chirurgico. Il consiglio quindi è quello di farsi seguire da un esperto nutrizionista: è fondamentale che non subentrino carenze nutrizionali.